Abbordata
inizialmente come un impegno dilettantistico la sua passione è
evoluta con il tempo diventando il linguaggio più
eloquente attraverso il quale l'artista ha cominciato a comunicare
alle persone il riflesso dello spirito e della visione personale
sull'umanità, fondendosi nell'espressione assoluta del destino:
tramite la scultura il Maestro ci ricorda e ci determina ad
accorgerci della dote ereditata dai nostri antenati nella quale si
riflettono ugualmente l'anima del popolo e tutta la spiritualità
degli avi.
Il
critico di arte Luiza Barcan ha scoperto e messo in evidenza “la
felice congiunzione tra i metodi di lavoro di un scultore
tradizionale e la visione di un artista moderno, padrone su un mondo
di forme che emozionano attraverso la ricchezza ed la sua
raffinatezza”.
Proprio
attraverso questa congiunzione si delinea l'impronta personale
fondamentale che distingue l'arte di Alexandru Ciutureanu da quella
degli altri artisti. Scolpite con strumenti antichi ancora in uso ai
nostri tempi, i capolavori di Ciutureanu tendenti al moderno si
presentano al pubblico avvolti in magia e mistero invogliandolo a
scoprirne il segreto, a penetrarne il senso, a trovare il loro
significato, a capirli e capirsi.
Le
mani dell'artista hanno colpito con vigorosa precisione fusa con
uguale dolcezza sia la pietra dura che il legno risuonante, in modo
tale che ogni colpo del suo scalpello lascia intravedersi la
sensibilità e la raffinatezza della sua anima che vibrava dolcemente
come una carezza sulla guancia della materia ferita. Dalla sofferenza
di questa l'artista ha liberato e portato alla luce l'essenza della
materia, realizzando così lavori particolari che hanno incantato e
continueranno ad incantare gli ammiratori, rivolgendo a questi
l'invito perpetuo a scoprire nuovi significati alle sue creazioni, a
scoprirsi, a riconoscersi, a ritrovarsi.
Attraverso
le sue opere risultate da un incontestabile miscuglio di modernismo e
stravecchio ed attraverso il messaggio che è riuscito a comunicare,
Alexandru Ciutureanu rimane un artista singolare come stile e metodo
di lavoro, come visione artistica e spirituale.
Nato
nel 1951 nel comune di Bîrca (oggi Bârca), prov. Dolj, Alexandru ha
seguito il suo richiamo verso l'arte e ha compiuto il suo destino
perfezionando i suoi studi in 1982 quando ha completato i corsi
dell'Istituto di Arti Plastiche “Nicolae Grigorescu” di Bucarest.
Tramite
la sua serietà e tenacia armoniosamente intrecciate con la sua
particolare maestria Ciutureanu ha conquistato una fama diventando
membro dell'Unione degli Artisti Plastici di Romania.
Ha
partecipato a numerose mostre e simposi di arte, sia nel Paese che
oltre i confini di questo:
1983
– Simposio nazionale di scultura, Piatra Neamt, Romania
1984
– Simposio nazionale di scultura, Magura Buzau, Romania
1987
– Simposio nazionale di scultura, Covasna, Romania
1990
– Simposio internazionale di scultura, Kaisersteinbruck, Austria
1992
– Simposio “Helias Hugel”, Vienna, Austria
1993
– Simposio “Frederich Opferuh”, Vienna, Austria
1994
– Simposio “Kaisersternbrucker Kirche, Sonnenuhr-Pfeiler”,
Kaisersteinbruch, Austria
1995
– Simposio “Margaretha Rofinim”, Vienna, Austria
1996
– Simposio nationale di scultura, Galati, Romania
1997
– Simposio Wilhelm Amelin, Vienna, Austria
2002
– Simposio nazionale di scultura “Brancusiana, Targu-Jiu, Romania
2004
– Mostra dalla Galleria Metropolitana di Tokyo, Giappone
2005
– Simposio internazionale di Beratzhausen, Germania
2005
– Simposio nazionale di scultura, Bistrita, Romania
2011
– Simposio nazionale di scultura, Focsani, Romania
2012
– Simposio nazionale di scultura, Ramnicu Valcea, Romania
Le
sue opere, elaborate con prevalenza in legno ma anche in pietra ed in
bronzo si trovano oggi non solo nella collezione della famiglia.
Molte di queste, molto apprezzate, occupano posto di onore nelle
collezioni privati dei conoscitori di arte , degli amanti di bellezza
dalla Romania, Italia, Austria, Germania, Giappone, Ungheria, Canada.
Le
altre possono ancora essere ammirate liberamente nei musei come anche
nelle piazze di alcune città del Paese, da dove vegliano su loro
parlando a tutti coloro che le notano, curiosi e pazienti malgrado la
frenesia quotidiana, dell'asprezza e delicatezza delle mani e della
profondità dello spirito, della visione astratto – avanguardista
di colui che le ha concepite.
Oltre
il messaggio visivo che le opere di Ciutureanu riescono a
trasmettere, queste stimolano sottilmente gli ammiratori alla
meditazione similmente ai capolavori del grande Brancusi. Tra queste
ricorderei “ Cautatorul de lumina” (“Il ricercatore di luce”
n.d.tr.) nella zona della Stazione ferroviaria Gara de Nord, Bucarest
e l'opera elaborata sul tema dell'Unione, piazzata in uno dei sensi
giratori di Focsani, la più
apprezzata
tra le tre realizzate da altre tanti artisti come anche quelle che
sono state elaborate e presentate nei parchi di scultura da Poiana cu
schit, Iasi (“Lacas”- “Santuario” n.d.tr.), da Magura, Valcea
(“Solara” - “Solare”n.d.tr), da Covasna, (“Somnul sferelor”
- “Il sonno delle sfere”n.d.tr.) ed altre.
Alexandru
Ciutureanu ha praticato un arte che li ha permesso e permette anche
all'ammiratore che si liberi la mente degli stampi e concetti
standardizzati e così liberato che si lasci scivolare in un processo
di meditazione sorto a penetrare l'essenza della Vita, dell'Universo,
della Semplicità e della Luce, del Naturale e del Divino.
Nel
suo laboratorio di Bucarest, in via Calusei, 59, possono essere visti
i tradizionali attrezzi con i quali il Maestro ha realizzato tutte le
sue opere, nonché le prime scarpe che suo figlio Mihai ha avuto in
dono dal suo padre e dalle sue mani lavorate.
Paradossalmente,
il silenzio profondo che regna ora nella stanza ricorda che, solo
alcuni mesi fa, quel luogo era un continuo tintinnare di martello
sullo scalpello che le mani dell'artista eseguivano con una sorta di
sacralità
ritmica quasi tutti i giorni donando luce e contorni alle forme
imprigionate nella materia grezza.
Troppo
presto Alexandru Ciutureanu se n'è andato da noi. Si è staccato
sorprendentemente troppo presto dal suo destino terrestro.
Il
19 marzo 2013 la Cultura Romena ha perso un altro figlio.
Lascia
a questa sua madre adottiva tutti i suoi attrezzi, cari compagni di
viaggio attraverso l'intera sua esistenza ed i lavori da lui
realizzati, nei quali si era trasferito i pensieri, il sentire,
l'intero suo vivere.
Muoviamoci
lentamente nella memoria costui, con cura per non disturbare non solo
Il sonno delle sue sfere ma nemmeno quello del loro profondo
creatore.
Probabilmente
questo mondo nostro e diventato troppo stretto e troppo impuro che le
persone di talento, sensibili e pure come lui possano restare ancora
in esso. Piano, piano, uno alla volta, questi reali talenti si
trasferiscono riunendosi nei cieli, in quei regni di cui, tutti
sapiamo, si dice che rappresenterebbero il mondo dei giusti.
Ci
rimangono le loro opere per testimoniare sempre ed a chiunque che
sono esistiti tra noi,che hanno creato pensando a noi, per darci
gioia e rasserenare la nostra esistenza e per aprirci gli occhi della
mente e delle anime verso i valori veramente importanti, fondamentali
nella vita di ognuno in parte e di tutti insieme.
Materiale
redatto e curato da Elena Banut
Traduttrice-Interprete
Freelance di romeno-italiano-romeno
Professionista
di cui alla legge n. 4 del 14 gennaio 2013, pubblicata nella GU n. 22
del 26/01/2013
La
reproduzione / l'uso (anche parziale) è vietato senza l'accordo
scritto dell'autrice, essendo proprietà esclusiva sua.